Percorso terapeutico

Premessa, il percorso terapeutico

Uscire da una dipendenza si sa, è una sfida difficile da affrontare, una lotta senza esclusione di colpi e senza quartiere.

Mi chiamo Flaviano Canfora psicologo esperto in dipendenze e nelle prossime righe voglio spiegarti perché:

  • alle volte ci illudiamo credendo che basti cambiare un’abitudine per risolvere una dipendenza;
  • il motto “volere è potere” non basta per placare il richiamo della dipendenza;
  • quando pensiamo “posso smettere quando voglio” la situazione è più grave del previsto.

Inoltre comprenderai perché l’approccio che ho sintetizzato in 15 anni di lavoro in realtà ambulatoriali e comunitarie ti permetterà di:

  • continuare a vivere la tua vita mentre imparerai a gestire gli stimoli giornalieri;
  • ridurre i sintomi fin dai primi incontri grazie ad un unico principio fondamentale;
  • creare la forza di cui hai bisogno per affrontare tutte le sfide future in completa autonomia.
Ancor prima di entrare in contatto con me posso dirti che hai affrontato con successo la più grande sfida che potessi affrontare, con questo non voglio dirti che d’ora in poi è tutto in discesa, ma sicuramente il passo più importante è fatto. Ammettere di avere un problema o una dipendenza e prendere il coraggio di affrontarla è il passo più importante e tu che stai leggendo queste righe lo hai già superato con successo. Alle volte ci illudiamo di poter fare delle piccole azioni come cambiare delle abitudini e sperare che la situazione cambi da sola. Purtroppo la realtà è ben diversa e ripetersi semplicemente il motto “volere è potere” può andare bene per piccoli obiettivi, ma non sicuramente per contrastare la forza del richiamo di una dipendenza. Non funzionerà neanche ripeterci che “posso smettere quando voglio”, anzi questo ritarderà semplicemente il giorno in cui prenderai sul serio la tua dipendenza. Sono sincero, ti parlo da pari, per questo mi sento di dirti che chiunque si occupi di dipendenze in modo professionale sa che un ritardo nella cura anche di pochi mesi può comportare un ritardo nel recupero in termini di anni. Abbandonare una dipendenza è un po’ come lasciare un vero e proprio “amore”, o almeno così è percepito dalla nostra mente. Quando immaginiamo un percorso terapeutico spesso pensiamo ad un contesto di isolamento, che al costo di privare dalle libertà personali, possa proteggere dalla dipendenza e garantire di conseguenza una tranquillità anche ai familiari. Nel tempo però la vera sfida si sposta al momento in cui è necessario affrontare nuovamente la propria realtà all’esterno ed essere capace di affrontare gli stimoli che in passato hanno portato alla dipendenza, per evitare di ricadere nella stessa “storia”.
I miei percorsi hanno un diverso approccio alla separazione definitiva tra persona e sostanza. Ogni dipendenza nasce come tentativo da parte della nostra mente di anteporre alla frustrazione delle emozioni negative della vita quotidiana, emozioni positive, che possano procurarci sensazioni di sicurezza, tranquillità e farci sentire adeguati nelle relazioni. Per questo il mio percorso terapeutico è totalmente opposto: Si parte dall’idea che una persona debba continuare a vivere la propria vita e non abbandonare in un momento tutto quello che ha creato nel corso degli anni; Mentre impara a gestire gli stimoli giornalieri sarà in grado fin dalle prime sedute di ridurre i sintomi grazie ad una pianificazione sequenziale e temporale degli obiettivi; Infine il raggiungimento di ogni obiettivo è controllato e verificato durante le seduta. Al termine della quinta seduta viene fissato un momento di verifica sul lavoro svolto e vengono stabiliti gli obiettivi ed i passi successivi del percorso terapeutico. In questo modello di lavoro la possibilità di una ricaduta rappresenta un indicatore importante per il paziente, il quale può mettere in discussione aspetti della sua vita che portano a criticità e vengono rielaborarli sotto una nuova ottica. Quindi possiamo considerare la minaccia della ricaduta come un indicatore importante di conoscenza personale e del mondo che ci circonda. Questo è il motivo per cui il percorso terapeutico, partendo con l’obiettivo di eliminare i sintomi della dipendenza, nel tempo diventa un viaggio nella conoscenza profonda di se stessi e del mondo relazionale circostante.