Minori ed identità di genere

Il disagio dell’identità di genere nel caso dei minori include una serie di situazioni tra loro decisamente differenti il cui grado e intensità sono assolutamente variabili che possono esprimersi in modo più o meno evidente attraverso il comportamento, l’abbigliamento, gli interessi personali e le attività svolte.

È importante valutare sempre con la massima attenzione e nella sua specificità ogni singolo caso: in generale, come per gli adulti, i minori con identità di genere varianti sono quelli la cui identità, cioè la percezione che hanno del proprio sentirsi maschio o femmina (non coincide con quella attribuita alla nascita dalla società, sulla base dei loro organi genitali.

Questo non ha nulla a che vedere con il proprio orientamento sessuale.
Di per sé questo discostamento non avrebbe bisogno di sostegno né di essere patologizzato, ne tantomeno di essere corretto come se fosse un problema, può però diventarlo nel momento in cui venise stigmatizzato dalla società o da persone che lo giudicano impropriamente.


Si parla infatti di disagio “indotto” laddove ci siano minori che attuano comportamenti stereotipicamente (e superficialmente) considerati dal contesto culturale di appartenenza come più opportuni per il genere opposto: ad esempio le femmine che preferiscono giocare con i soldatini oppure i minori che preferiscono bambole, trucchi, gonne o coroncine, solo per fare alcuni esempi. Il disagiodi solito viene percepito come tale nel momento in cui inizia ad essere censurato sotto forma di rimprovero e di umiliazione da figure di accudimento di riferimento oppure autorevoli.


Casi decisamente più complessi e di disagio reale sono invece quelli laddove ci sono maschi che esprimono un disgusto per il pene e i testicoli, o quando ci sono femmine che rifiutano le mestruazioni o che non vogliono vedere il loro seno crescere, o che non desiderano fare pipì sedute. Solamente quindi laddove vi sia una significativa sofferenza che compromette la qualità della vita il DSM-5 (Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali) prevede la diagnosi di“disforia di genere”.

La presenza di comportamenti di genere non conformi non è quindi sempre associabile ad una diagnosi di disagio d’identità.