La plusdotazione cognitiva, spesso interpretata come elemento di eccezionalità e di successo nel mondo scolastico e del lavoro, nasconde in realtà una complessità di vissuti che possono rendere vulnerabili gli individui che ne sono portatori, soprattutto nel contesto iperconnesso dell’era digitale.
Cosa Significa Plusdotazione Cognitiva?
La plusdotazione cognitiva si definisce come un funzionamento intellettivo significativamente superiore alla media, caratterizzato da un Quoziente Intellettivo (Q.I.) superiore a 130, accompagnato da elevate capacità in uno o più domini cognitivi come il ragionamento logico, la memoria, la creatività, la risoluzione di problemi e la velocità di elaborazione delle informazioni. Non si tratta semplicemente di “essere intelligenti”, ma di possedere un profilo cognitivo qualitativamente diverso, spesso accompagnato da una spiccata curiosità, un’intensa emotività e una sensibilità acuta.
Plusdotazione e Dipendenze Digitali
La vivacità intellettuale e la ricerca costante di stimoli possono paradossalmente esporre le persone plusdotate a un maggior rischio di sviluppare dipendenze digitali. Internet, smartphone e giochi di ruolo online offrono un flusso inesauribile di informazioni, sfide, novità e interazioni virtuali che possono attrarre potentemente una mente sempre alla ricerca di stimoli nuovi:
- Internet e Smartphone: la facilità e la velocità di accesso a contenuti diversificati ed innovativi, la possibilità di approfondire interessi specifici in modo autonomo possono portare ad un utilizzo della rete e dei device per accedervi in modo compulsivo e disfunzionale. La noia e la sensazione di “non essere capiti” nel mondo reale possono trovare un temporaneo sollievo nella vastità del web.
- Giochi di Ruolo Online (GdR online): questi ambienti virtuali offrono spesso mondi complessi, regole sofisticate, la possibilità di creare identità alternative e di interagire con altri giocatori condividendo interessi specifici. Per una persona plusdotata, questo può rappresentare un rifugio dove sentirsi compresa nelle proprie competenze, accettata e stimolata intellettualmente, col rischio di trascurare la vita reale e sviluppare una vera e propria dipendenza.
Età a rischio
Sebbene la vulnerabilità possa manifestarsi a qualsiasi età, alcune fasi della vita appaiono particolarmente delicate:
- Adolescenza: il periodo della ricerca di identità, dell’accettazione sociale e della gestione delle intense emozioni può spingere gli adolescenti plusdotati a rifugiarsi nel mondo virtuale come meccanismo di coping per la solitudine e la noia.
- Giovane Età Adulta: la transizione verso l’indipendenza, la scelta del percorso professionale e la costruzione di relazioni significative possono rappresentare sfide importanti. La facilità di gratificazione offerta dal mondo digitale può diventare una via di fuga dalle frustrazioni e dalle incertezze.
Difficoltà Relazionali
Le persone plusdotate spesso faticano a trovare coetanei con interessi e ritmi di pensiero simili. La loro profondità di analisi, la rapidità di apprendimento e la sensibilità possono portarli a sentirsi “diversi”, isolati o incompresi. Questa difficoltà nel creare e mantenere relazioni significative nel mondo reale può aumentare la loro propensione a cercare connessioni nel mondo virtuale, dove le barriere fisiche e sociali sembrano attenuate. La comunicazione online, pur offrendo un senso di appartenenza, può però mancare della ricchezza emotiva e della complessità delle interazioni in vivo, incentivando il circolo vizioso di isolamento.
L’Importanza della Diagnosi Differenziale
Una diagnosi accurata di plusdotazione cognitiva è fondamentale per comprendere le specifiche esigenze dell’individuo e per intervenire in modo efficace. Tuttavia, è altrettanto importante effettuare una diagnosi differenziale per escludere o identificare eventuali comorbilità, come disturbi dell’attenzione e iperattività (ADHD), disturbi dello spettro autistico, disturbi d’ansia o dell’umore. Alcuni tratti comportamentali associati alla plusdotazione (come l’intensa focalizzazione su interessi specifici o la difficoltà a seguire regole percepite come illogiche) possono essere erroneamente interpretati come sintomi di altri disturbi. Una valutazione completa e multidisciplinare è quindi indispensabile.
Cosa possono fare la scuola e la famiglia?
La scuola e la famiglia giocano un ruolo cruciale nel supportare un ragazzo plusdotato e nel prevenire lo sviluppo di dipendenze digitali. Tuttavia, spesso si trovano impreparate ad affrontare le specifiche esigenze di questi studenti:
- Scuola: È essenziale offrire percorsi di apprendimento personalizzati e stimolanti, che vadano oltre il programma standard e che nutrano la loro sete di conoscenza. Attività di arricchimento curricolare, progetti di approfondimento, partecipazione a competizioni intellettuali e la possibilità di accelerazione scolastica (ove appropriato) possono fare la differenza. È fondamentale che gli insegnanti siano formati per riconoscere e valorizzare il potenziale degli studenti plusdotati, evitando di etichettarli come “problematici” a causa della loro vivacità o della loro potenziale insofferenza verso attività ripetitive.
- Famiglia: I genitori possono favorire la creazione di un ambiente che supporti la curiosità intellettuale del figlio, offrendo opportunità di apprendimento e discussione. È importante stabilire limiti chiari e coerenti sull’utilizzo dei dispositivi digitali, promuovendo attività alternative che stimolino la creatività, il pensiero critico e le interazioni sociali nel mondo reale. Incoraggiare hobby, sport, attività artistiche e il contatto con la natura può offrire valide alternative al mondo virtuale. La comunicazione aperta e l’ascolto attivo sono fondamentali per comprendere le loro frustrazioni e aiutarli a sviluppare strategie di coping sane.
L’Importanza della Psicoterapia per un Paziente Plusdotato:
La psicoterapia può rappresentare un valido supporto per le persone plusdotate, aiutandole ad affrontare le sfide emotive e relazionali legate alla loro specificità. Un terapeuta consapevole delle dinamiche della plusdotazione può:
- Aiutare a comprendere e gestire l’intensa emotività e la sensibilità spesso associate.
- Fornire strumenti per migliorare le abilità sociali e comunicative.
- Lavorare sull’autostima e sul senso di identità, aiutando a integrare la propria “diversità” in modo positivo.
- Esplorare e gestire eventuali sentimenti di isolamento o incomprensione.
- Intervenire specificamente in caso di dipendenza digitale, aiutando a comprenderne le cause sottostanti e a sviluppare strategie per un utilizzo più consapevole e sano della tecnologia.
La scelta di un terapeuta con esperienza nella plusdotazione e dipendenze può facilitare la creazione di un’alleanza terapeutica efficace e una comprensione più profonda delle dinamiche in gioco.
Bibliografia
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- Neihart, M., Pfeiffer, S. I., & Park, S. (Eds.). (2021). The Social and Emotional Development of Gifted Children. Prufrock Press.
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